La piccola azienda è una parte essenziale e prevalente dell’economia Italiana, nonostante la crisi.
Nutro un sincero sentimento di ammirazione nei confronti di tutti quelli che decidono di mettersi in proprio e sfidare il mercato.
Gli imprenditori italiani hanno spesso buone idee, una grande volontà, elevata propensione al rischio,
Tuttavia, spesso, mi capita di registrare un atteggiamento contrario e ostile verso la novità, le collaborazioni, la condivisione di conoscenza e di opportunità imprenditoriali.
Il mondo è cambiato, i confini dell’economia non sono più quelli di una volta, le informazioni corrono veloci sulla rete e il vantaggio competitivo di avere prodotti innovativi è difficilmente difendibile da aziende di piccole dimensioni.
Vendere entrambi lo stesso prodotto nello stesso territorio e farsi una concorrenza spietata sui prezzi equivale a determinare anche e soprattutto il peggioramento della redditività della propria azienda. Nel lungo termine il risultato è una gara al massacro.
Cercare di collaborare, sviluppare progetti comuni, condividere idee potrebbe essere una strada più proficua e redditizia anche se apparentemente più difficoltosa da percorrere.
Perché difficoltosa? Perché dovremo rinunciare a parte della nostra autonomia, programmare un piano d’azione comune, rispettare delle regole di cooperazione, mettere il nostro ego fuori dalla porta e aprirci al confronto con gli altri.
Teoria? Direi proprio di no, i fatti dimostrano che è l' alternativa ad un lento declino.
Gli imprenditori e i professionisti italiani dovrebbero capire che, spesso, farsi la concorrenza l’un con l’altro ha più svantaggi che vantaggi.
Le guerre distruggono valore, sempre, le alleanze hanno l’obiettivo di creare valore nel tempo, per tutti.